In mezzo a una strada
Rimettiamo ordine nei dehors e per le vie di Milano
Lo sviluppo dell’occupazione del suolo pubblico ha seguito una dinamica di forte, ma caotico, sviluppo in relazione alle difficoltà indotte dal COVID alle attività commerciali, soprattutto nel campo della ristorazione e dell’accoglienza.
Quest’esigenza si è sovrapposta alla guerra ideologica alle auto ed all’ossessione delle ciclabili che hanno sconvolto la viabilità di Milano. Il risultato è una gran confusione ed una drammatica mancanza di parcheggi. Come al solito non si è capito che una macchina può portate dai quattro ai cinque commensali al ristorante, mentre le biciclette ne portano solo una. Anche se io vado in bicicletta, mi pare che una riflessione s’imponga.
Nella prossima consiliatura bisognerà operare concretamente per rimettere ordine nei regolamenti comunali relativi all’occupazione del suolo pubblico. Milano deve tornare ad essere una città in cui si possono organizzare agevolmente manifestazioni all’aperto, mercati che promuovano l’artigianato ed il commercio, eventi di strada che si riferiscono alla storia ed alla cultura, anche religiosa, della città. Chi arriva a Milano non deve trovare solo i controlli e le multe per fare cassa a detrimento del lavoro.
Le strutture semifisse che vediamo in giro hanno grande eterogeneità e sarebbe utile fare un lavoro di standardizzazione che ne definisse caratteristiche estetiche semplici ed economiche che possano costituire un elemento di valore nel decoro urbano, senza peraltro costringere gli esercenti a costosi investimenti.
Gli iter d’autorizzazione devono essere spediti e completi al fine di evitare attese e problematiche organizzative che possono compromettere le attività di cui stiamo parlando.
I grandi urbanisti che hanno dato alla nostra città un sistema viario di tipo asburgico si rivolterebbero nella tomba se sapessero che le vie di facilitazione che avevano immaginato per far scorrere rapida la linfa vitale della città sono diventate una giungla di ostacoli d’ogni tipo che hanno trasformato Milano in una città ad alta ipertensione dei trasporti e dove bisogna mangiare con l’elmetto nei dehors per proteggersi.
Mauro Arnò