Ripamonti 42, cattedrale laica nel deserto
Via Ripamonti 42, chi dal centro passa sul ponte della ferrovia si trova sulla destra davanti ad un grande stabile in disuso, monumento al degrado, come un altro centinaio di immobili nel territorio del Comune di Milano.
Una volta era sede di quello che si chiamava “Provveditorato agli Studi”, una cosa che sapeva troppo di Scuola Gentiliana, quella dotta e che istruiva per davvero.
Dopo molti anni e molti soldi di affitto, nel 2000, si decide la soppressione dei provveditorati, che vengono ripartiti in uffici scolastici regionali (USR) ed uffici scolastici provinciali (USP), tanto per creare confusione in una scuola già abbastanza confusa dall’ideologia, un diplomificio senza senso ed un’area di parcheggio inutile piena di funzionari dell’apparato radical chic.
La giunta provinciale di Milano, all’epoca a guida PD, dopo qualche anno di inutile rapporto con la proprietà, abbandona lo stabile e ne affitta un altro più avanti, al civico 85 della stessa Via Ripamonti, Pantalone paga.
Dopo ulteriori traversie, la sede diventa il bersaglio di violente quanto inutili manifestazioni studentesche della sinistra radicale, tafferugli senza né capo, né coda, e viene abbandonato anche l’edificio del civico 85.
Al momento, si continua a spendere inutilmente denaro dei contribuenti per mantenere due sedi separate. Nel frattempo, la proprietà passa di mano e si affaccia un fondo di investimento che, grazie all’insipienza della pubblica amministrazione, probabilmente riuscirà a fare affari nell’area grazie al disuso ed al degrado in cui è caduta. L’interesse dei cittadini ad avere un apparato di gestione del sistema scolastico è del tutto dimenticato.
La classe dirigente di sinistra dimostra anche in questo caso di non avere visione e capacità di gestione. Con quel che si è speso in affitti si poteva sicuramente comprare qualcosa di utile alla bisogna, oltretutto evitando le inevitabili problematiche dovute ai continui trasferimenti di uffici, che, come noto, non sono nati per girare come trottole.
I paraocchi ideologici sono sempre la premessa migliore per il malgoverno.
Nicola Tragni