IMPEGNO NELLA SOCIETÀ
Vivo a Milano da quarant’anni. Ora che ho terminato il mio impegno nelle Forze Armate, sento di poter mettere a disposizione della collettività la mia esperienza e le mie capacità. Questa città mi sembra impantanarsi nelle secche dell’ideologismo radical chic e del pensiero unico, vorrei che tornasse a muoversi ed a trainare il resto d’Italia.
Milano è una città che deve potersi muovere senza assistere al triste spettacolo della guerra ideologica alle auto. Milano non può essere la città in cui si disegnano corsie ciclabili ovunque portando confusione e pericolo alla viabilità. E’ inutile vantarsi del traffico di biciclette che sarebbe stato creato se poi il commercio ne rimane strangolato. Milano è divenuta negli anni una città nevrotica ed asociale, piena di eccessi e parossismi, degrado e confusione. Questo non è solo il risultato di un’azione amministrativa disattenta, è anche il risultato del diffondersi di una cultura calata dall’alto che si nasconde dietro parole condivisibili come solidarietà e sostenibilità, ma che genera conflitti e non aggregazioni sociali vere e spontanee. Vorrei che l’associazionismo vero e basato su sentimenti concreti potesse emergere dalla selva di sigle di convenienza e sponsorizzate dalle lobby. Milano è un luogo in cui è difficile gestire un’attività commerciale e svolgere attività di prossimità, vorrei lavorare per uscire dalla giungla burocratica che ci circonda. Parole come sostenibilità, inclusione, rispetto, sembrano nuove bandiere di Milano, ma la sua storia ne parla da secoli, vorrei quindi rideclinarle in senso meno conformista ed obbediente al pensiero unico che ci strangola fin quasi ad impedirci di parlare. Fino a pochi giorni fa la mia professione, quella delle armi, mi ha portato ad operare laddove altri non volevano impegnarsi, sono pronto a trasferire nel sociale e nella comunità il mio impegno.