Quando l’ideologia marcia al fianco dell’ignoranza
Da qualche giorno lungo via Montegani, nel Municipio 5, campeggiano questi cartelli affissi sotto le targhe ufficiali che denominano la via intitolata, appunto, a Lodovico Montegani, Ufficiale del Regio Esercito, Eroe della Grande Guerra e leggendario pilota d’aereo, collaudatore esperto di idrovolanti, perito – non ancora trentenne – in un incidente di volo mentre collaudava un nuovo prototipo il 29 maggio 1923 e sepolto, in considerazione dei suoi meriti aviatorii, presso il Cimitero Monumentale di Milano.
Non è dato sapere di chi sia stata l’idea di deturpare una civica via della nostra Milano ma, dal tenore di quanto scritto, non è certo difficile risalire all’ideologia che ne anima l’operato e, anche, all’ignoranza di fondo circa la storia d’Italia in generale e la figura di Lodovico Montegani in particolare.
Perché infatti bollare come “criminale di guerra” un uomo per il solo fatto di aver combattuto, come altri cinque milioni di Italiani arruolati o richiamati alle armi nel corso di quell’immane conflitto che aveva sconvolto il mondo intero nei primi anni del XX° secolo? Tutti costoro sarebbero quindi, nell’ottica di chi ha affisso tali cartelli, dei “criminali di guerra”? Nella considerazione che non esiste famiglia in Italia che non annoveri almeno un parente o un congiunto che abbia combattuto nel primo conflitto mondiale, allora si dovrebbe desumere che tutti gli Italiani abbiano in famiglia un “criminale di guerra”, probabilmente anche l’ignoto affissore!
Ancora più fuori luogo è certamente la dicitura “aviatore fascista”: LODOVICO Montegani muore, come detto, il 29 maggio del 1923 ovvero appena sette mesi dopo il fatidico 28 ottobre 1922, data della “marcia su Roma” che spalancherà a Benito Mussolini – con il consenso e su incarico del Re Vittorio Emanuele III – le porte di Montecitorio. Non vi sono evidenze circa le idee politiche di Montegani, né testimonianze circa la sua partecipazione alla presa di potere del Fascismo, né documenti che dimostrino che egli collaborò in qualche modo con il nuovo governo che, vale la pena ricordare, assumerà tutti i connotati di regime illiberale solo nel 1925, a seguito del fatidico discorso del 3 gennaio di quell’anno e in conseguenza dell’omicidio del deputato socialista Giacomo Matteotti. Perché allora dare del “fascista” a Montegani? Forse l’ideatore di questa ignobile quanto ridicola farsa farebbe bene, anziché affiggere cartelli offensivi e inesatti, a tornare a studiare un po’ meglio la storia sui banchi di scuola!