Fido, andiamo al parco?

I nostri animali ci vogliono bene e ci seguirebbero ovunque, sono sicuramente contenti quando li portiamo al Parco, anche se mi piacerebbe chiedere al mio cane se l’area a lui destinata gli piace, ma ho qualche difficoltà ad avere risposte precise ed analitiche. Tuttavia, ci sono dei problemi che sono evidenti anche se non me li dice lui. La maggioranza di queste aree perde velocemente la vegetazione o, peggio, non l’ha mai avuta. Io ed il mio cane giochiamo e corriamo sia d’inverno che d’estate e ne siamo molto contenti. Meno contenta è la mia metà quando ci vede arrivare pieni di fango d’inverno e coperti da una spessa coltre di polvere d’estate.

 

Forse le aree cani non sono state piantumate in maniera adeguata, forse perché non esiste un servizio di guardie ecologiche che controlli il loro stato ed avvii la manutenzione, che non mi pare sia programmata, non credo d’aver visto sinora incaricati del Comune svolgere alcun servizio di vigilanza, pulizia e manutenzione.

Un servizio del genere potrebbe anche rendersi conto del fatto che in alcune aree cani non ci sono fontane e le panchine sono rotte.

Il fatto è che l’amministrazione di un Comune, soprattutto se grande ed importante come Milano, richiede che i servizi ai cittadini siano forniti con continuità, un’area cani non è un recinto per separare buoni e cattivi, ma un luogo tenuto in ordine, ampio ed attrezzato per correre e giocare.

Anche in questo caso l’amministrazione comunale si distingue per la grande cura per la comunicazione, ma non è altrettanto sollecita nel far girare tutti i giorni il sistema comunale al meglio.

Il confronto con le grandi città europee non è favorevole, lo sa chi viaggia con gli animali al seguito, pet friendly non è una bandiera ideologica, ma un modo di concepire il rapporto della città con gli animali. È facile strombazzare ai quattro venti quali sono i progetti per il futuro, magari presi dal cassetto delle giunte di destra, magari facendo copia e incolla da materiale d’archivio, il fatto è che l’amministrazione attiva della cosa pubblica richiede impegno costante, controllo degli organi comunali e delle aziende municipalizzate, che devono smettere di essere terre di conquista dei partiti di sinistra. Bisogna saper fissare obiettivi, avere gente competente e controllare se gli obiettivi vengono raggiunti, può capitare che non siano raggiunti per svariati motivi, ma questo deve attivare un sistema di correttivi che rimetta a posto le cose.

L’area cani è uno degli elementi della più ampia gestione dei parchi cittadini che ha bisogno di risorse, che noi diamo in forma di tasse, ma che non ci tornano in servizi, come anche questo caso dimostra.

La TARI di Milano, pur ridotta per alcune categorie colpite dal COVID, non è uno scherzo, parliamo di 309 milioni di euro per l’anno in corso, per cui bisognerebbe che questa spesa andasse riqualificata e razionalizzata. Non vorrei assistere, come per le strade, al rituale asfaltatura elettorale, ma ad un impegno continuo che noi proprietari di animali non vediamo.

Ci sono sicuramente alcune associazioni, quelle vere e non ideologizzate, che si farebbero carico di dare una mano, se il Comune le facesse partecipare maggiormente anche se

 

non appartengono alla galassia dei partiti di sinistra.

Voglio farmi carico dell’impopolarità di ipotizzare un contributo minimo per chi accede a queste aree, se proprio non si trovassero i fondi. I proprietari di animali spendono già molti e non si tirerebbero indietro.

Bisogna, in buona sostanza, che il Comune metta in atto un sistema efficiente e che funziona tutti i giorni.

 

 

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