LA “BIODIVERSITA’ IDEOLOGICA” A MILANO FA PIU’ DANNI DELL’URAGANO.

ZONA PORTELLO

“Io ne ho viste cose, che voi umani non potreste neanche immaginarvi…”.
Stamani, attraversando in auto Milano da piazzale Abbiategrasso fino allo stadio di San Siro e costretto a imbattermi nell’ecatombe di alberi, auto danneggiate, coperture scoperchiate e macerie varie che bloccavano – in parecchi punti in maniera inestricabile – la viabilità cittadina regolamentata con bravura e maestria ma, anche, con grande difficoltà da (purtroppo!) poche pattuglie di Polizia Locale, continuavano a tornarmi in mente le profetiche parole pronunciate da un eccellente e compianto Rutger Hauer, il replicante Roy Batty, nel film-cult dei primi anni ’80, “Blade Runner”.
Platani mastodontici sradicati sin dalle fondamenta e strade allagate a tal punto che quasi scompariva il marciapiede, con le auto che alzavano, al loro passaggio, colonne di acqua addosso a malcapitati pedoni e ciclisti davano l’idea di ritrovarsi in un girone dell’inferno dantesco.
Certo, mi direte voi, l’eccezionalità del fenomeno meteorologico abbattutosi la scorsa notte sulla Città della Madonnina è assolutamente insolita e imprevedibile, ma è davvero così?
E, in ogni caso, siamo sicuri che le manutenzioni stradali e del verde pubblico cittadino, che una volta erano uno dei fiori all’occhiello della nostra Milano, siano state condotte – negli ultimi tempi – con assiduità e efficacia?
Domando a voi, lettori, da quanto tempo non vi imbattete – andando in giro per la città – in squadre comunali che facciano una manutenzione dei tombini e degli scarichi dell’acqua piovana, che raccolgano il fogliame evitando che si accumuli proprio in prossimità delle griglie di deflusso dell’acqua o tolgano la fanghiglia che intasa le bocche di scolo alla base dei marciapiedi?
Non parliamo poi del verde pubblico, ormai quasi totalmente in stato di abbandono, con erbacce infestanti che occupano le sedi dei marciapiedi e dei parcheggi e con alberi che ormai superano in altezza diversi stabili cittadini e che, con i loro rami più bassi ormai ad altezza d’uomo, ostacolano il transito ai pedoni e – talvolta – anche agli automobilisti?
Poco tempo fa l’ineffabile sindaco Sala, novello “Tenero Giacomo” della “Settimana Enigmistica” di una volta, alle critiche di chi lo accusava di aver lasciato parchi e giardini delle periferie in un drammatico stato di abbandono, con erbacce alte fino a un metro e senza alcuna tutela verso le possibili conseguenze per la salute di Cittadini e animali domestici, a causa del facile e immaginabile proliferare di insetti parassiti e roditori di ogni genere, rispondeva che l’Amministrazione comunale aveva deciso di tutelare la “biodiversità” della Città lasciando crescere spontaneamente le piante (infestanti) in nome di uno sbandierato “ecologismo ideologico” che in realtà, si dice, pare volesse solo coprire l’incapacità dei suoi organi amministrativi a emanare per tempo un bando di gara per l’assegnazione del servizio di manutenzione del verde cittadino; bando che ha poi dato i suoi effetti soltanto in giugno inoltrato con i primi (tardivi) sfalci di erba e che comunque , a tutt’oggi, sembrano essere totalmente insufficienti almeno a giudicare dallo stato di giardini, prati e marciapiedi in pressoché tutte le periferie.
Se questa vuole essere una “città green”, poveri Milanesi!
Mauro Arno’
www.mauroarno.it

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