La gabola del voto disgiunto

…e le tante scorrettezze della campagna elettorale della sinistra

 

Dopo tante scorrettezze avvenute in questa campagna elettorale, il Sindaco uscente. forse nervoso, si è esibito nell’ultima, speriamo, capriola, quella nel corso della quale ha chiesto il voto “disgiunto”.

In una campagna elettorale in cui la sinistra ha parlato solo dell’antifascismo e del porto d’armi di Bernardo, ma si è ben guardata dal toccare i temi d’interesse dei cittadini; con il vento in poppa dei media che hanno sparso a piene mani dei sondaggi che gli davano già la vittoria, cosa che in una città seria avrebbe dovuto far insorgere tutti i veri democratici, ci mancava solo la richiesta del voto disgiunto, una cosa oggettivamente disgustosa e che contraddice fortemente il principio di democrazia. Ci sono tante leggi stupide nel nostro ordinamento, e tutte vanno rispettate, ma quella per cui si da un voto di lista ed una preferenza ad un partito e poi si vota il sindaco di un’altra lista è il perfetto esempio di inquinamento sostanziale del gioco democratico.

Il nostro eroe metropolitano, in buona sostanza sta dicendo agli elettori di destra e centrodestra: “Votate per la vostra lista, ma scegliete me come sindaco!”. Per chi non l’avesse capito, il significato di quest’affermazione è molto semplice:” Votate per me come sindaco, così renderò inutile il vostro voto di lista”. Come è noto, la coalizione del Sindaco vincente ottiene la prevalenza in consiglio comunale, come è già successo nelle ultime due consiliature.

Agli elettori, a tutti gli elettori, dico con la massima chiarezza possibile: Votate convintamente per la lista che preferite, ma evitate le gabole del voto disgiunto, che sono una presa in giro degli elettori. Sbarrate il nome del Sindaco che corrisponde al vostro pensiero, sbarrate il simbolo di una delle liste che lo sostengono ed esprimete le preferenze possibili, cioè quelle di un uomo ed una donna.

Sarà anche legale la gabola del voto disgiunto, ma è una presa in giro. Beppe Sala, ancora con il pennello in mano dopo aver imbrattato le strade con improbabili corsie ciclabili, non prova vergogna nel mortificare la Democrazia.

I nostri rappresentanti di lista saranno chiamati ad un lavoro duro e difficile, l’arroganza, la supponenza e la follia dei radical chic non ha limite. Andiamo avanti con la forza paziente della Democrazia e con la giustezza delle nostre idee.

 

Mauro Arnò

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