Le periferie, davvero ci sono grandi progetti?

Come tutte le grandi città italiane che sono state soggette ad un decadimento di attività produttive, anche a Milano ci sono aree dismesse e degradate che rappresentano dei “buchi neri” nel tessuto sociale di Milano. Ci sono poi ulteriori aree che hanno perso valore per la presenza della piaga dei cosiddetti “centri sociali”, cioè di aree che sono occupate illegalmente, ma i cui occupatori hanno goduto delle simpatie politiche delle giunte di sinistra.

Le fluttuazioni del valore di mercato di queste aree, dove magari i cittadini hanno speso cifre importanti per l’acquisto delle loro case, sono un fenomeno che appare legato all’incapacità delle giunte di sinistra di rendere stabile la situazione urbanistica di Milano.

L’arrivo, spesso richiesto dalle forze politiche di sinistra e dalle organizzazioni non governative collegate, di una ondata di persone dall’Afghanistan potrebbe peggiorare la situazione.

È molto bello ascoltare le promesse dell’assessore Maran sullo spostamento dell’Accademia di Brera allo scalo Farini, anche perché la sede storica di Via Brera versa in cattive condizioni, giusto sotto la Pinacoteca, ma ci permettiamo di ricordargli che in passato l’Accademia si doveva spostare nell’area dell’ex Distretto Militare tra Via Monti e Via Mascheroni, ma la dirigenza dell’Istituto ed una buona parte dell’intellighentzia radical chic si oppose all’accordo tra il Ministero dell’Istruzione, della Difesa ed il Sindaco dell’epoca, Letizia Moratti. I bohemienne del mondo pseudo artistico volevano infatti una sede più prestigiosa a Palazzo Citterio dai costi proibitivi per i contribuenti. Mi fa piacere che delle attività di “ascolto del territorio”, fatte online in maniera non proprio seguitissima, saranno integrate nei futuribili piani delle giunte rosse, ho però il dubbio che i reali aventi causa ne siano al corrente, per cui devo temere nuovi fallimenti e nuovi esborsi inutili di risorse pubbliche. Se avessero voluto, il problema sarebbe stato risolto, solo che la soluzione non era stata elaborata dai loro apparati, quindi andava combattuta.

Un problema simile si porrà per il Conservatorio che la sinistra vuole mettere a Rogoredo, in un posto che lo spaccio di droga ha reso tristemente famoso. Mi pare che, forse, la comunità musicale di Milano dovrebbe essere più coinvolta e meglio informata, non sono infatti sicuro che l’intenzione pur lodevole, di riqualificare Rogoredo sia un fatto prevalente sulla comprensione delle caratteristiche della comunità musicale milanese. Per Giuseppe Verdi, al quale è intitolato il Conservatorio, Rogoredo era una località remota dal centro di Milano, siamo sicuri che sia utile spostare un’istituzione così antica e gloriosa dal centro?

Potremmo continuare a lungo per centinaia di luoghi dove ci sono immobili abbandonati e degradati, ma ritengo che il problema di fondo sia l’approccio ideologico nell’intervenire con soluzioni che hanno il gusto dell’espediente e nessuna valutazione di merito ed opportunità. Provo ad azzardare un criterio, non si può ipotizzare una sede centrale di rappresentanza e più sedi periferiche per qualificare realmente le periferie senza stravolgere la storia della musica a Milano?

La giunta alla quale spero di appartenere e per la quale vi chiedo di votare è fatta di persone che cercheranno di utilizzare quel buonsenso che l’ideologia della sinistra non vuole proprio usare.

 

Mauro Arnò

Degrado all’Accademia di Brera

La sede storica del Conservatorio di Milano

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